PEDOFILIA nella CHIESA, è giusto parlarne? Versione integrale, Rete L’ABUSO

SAVONA – Perché? È la domanda che è risuonata nella testa di tutti, per le oltre due ore del dibattito”Pedofilia è giusto parlarne?” organizzato alla libreria Ubik ieri pomeriggio, ma che, nonostante tutto, non ha avuto una risposta definitiva. Anche se don Giampiero Bof, don Giovanni Lupino e Francesco Zanardi per oltre due ore hanno sviscerato il tema che assilla la chiesa savonese.

Dibattito vero, vivo, con botta e risposta taglienti e un pubblico protagonista. Una cosa è emersa con forza: la voglia di verità, di chiarezza, di trasparenza. Perché la Diocesi savonese ha tenuto nascosto il fenomeno della pedofilia per così tanto tempo? E perché i preti pedofili, benché i vertici della curia sapessero, sono stati spostati da una parrocchia all’altra perpetrando gli abusi?

Nonostante l’alto livello dell’incontro, la risposta non è arrivata. Ed è forse questo dubbio, questo interrogativo a lasciare aperte le ferite, nonostante la forte presa di posizione del vescovo Vittorio Lupi, nell’omelia al Santuario di Nostra Signora di Misericordia, il giorno della festa patronale, dove ha detto: «Mai più». La gente ha ancora bisogno di capire. E soprattutto di parlare. Come ha dimostrato l’appuntamento di ieri, dove, in una libreria strapiena, i savonesi hanno partecipato con la voglia di sapere e di comprendere sino in fondo, in un pomeriggio dove non sono stati fatti processi, ma si è tentato di capire.

La presenza, nella sala, di alcune vittime e dei parenti di chi ha subito violenze, non solo da sacerdoti, ha reso l’atmosfera più intensa e anche più drammatica, obbligando tutti, pubblico e ospiti, a non uscire dal binario. «La Chiesa ha avuto timore dello scandalo, temeva che l’effetto fosse peggiore dei vantaggi», la risposta di don Bof. «Al vescovo rispondo dicendo che non ho difficoltà a accettare i suoi buoni propositi — il commento di don Lupino — e mi offro per costruire questa casa della trasparenza.

Da tempo non concelebro né con vescovo né con sacerdoti della curia, perché hanno rifiutato di approfondire questi temi». Duro il commento di Zanardi. «Monsignor Lupi aveva chiesto scusa già nel 2010 in Duomo — dice — ma nulla è cambiato sino a oggi. Anzi, ci sono state pesanti ritorsioni contro le vittime che hanno denunciato». Il tema si è poi spostato proprio su questo aspetto: se i sacerdoti e i vescovi debbano denunciare. «Le responsabilità di quanto accaduto ci coinvolgono tutti — ha detto don Bof — e per questo la sofferenza è grande. La pedofilia va assolutamente denunciata ma non sono certo si possa chiedere a un vescovo di denunciare un sacerdote per il rapporto che li unisce, come madre e figlio».

Affermazione che ha risvegliato enormi critiche. «Una madre che non denuncia è complice», la risposta di Lupino, mentre Zanardi ha risposto: «Capisco la posizione di don Bof, ma la pedofilia nulla ha a che fare con la religione. Si tratta di crimini di cui è responsabile chi li compie ma ancor più chi, pur sapendo, non ha evitato, ma ha creato situazioni favorevoli per il perpetrarsi».

Sul tema, a valanga, sono susseguiti i commenti del pubblico, tra cui uno in particolare: «Una madre deve impedire al figlio di farsi e di fare del male. Se non lo fa non è un genitore responsabile». «Ho scoperto quasi subito che mia figlia subiva degli abusi da un uomo — ha detto una madre presente in sala. — è stato drammatico denunciare e aiutarla. Ancora oggi che


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